Open Innovation per il magazzino automatizzato Made in Trentino
Dicembre 2022

Grazie a un progetto di Open Innovation che ha coinvolto il sistema trentino della ricerca e dell’innovazione, il magazzino robotizzato Riedl Phasys di Gruppo GPI è ora più automatizzato e competitivo. La tecnologia sviluppata in collaborazione con Fondazione Bruno Kessler, Università di Trento e Dolomiti Robotics permette adesso al macchinario del colosso trentino di caricare in modo automatico fino a 360 confezioni di farmaci all’ora e di gestire anche flaconi cilindrici. Un passo in avanti considerevole, che evita l’impiego di un operatore e consente di liberare risorse fondamentali per le attività di cura dei pazienti e assistenza ai clienti. 

Riedl Phasys

Riedl Phasys è un sistema che consente di gestire in modo automatizzato e robotizzato lo stoccaggio e la distribuzione dei medicinali di farmacie, grossisti e ospedali di tutte le dimensioni e livelli di complessità. È uno dei prodotti maggiormente esportati dal Gruppo GPI, grazie alle caratteristiche di velocità, precisione e capacità di adattamento alle esigenze dei vari clienti. 

GPI e la call for solution

GPI è il partner di riferimento a livello internazionale per lo sviluppo di software, tecnologie e servizi dedicati alla sanità, all'assistenza sociale e alla pubblica amministrazione. Fondata oltre 30 anni fa a Trento, è cresciuta grazie a significativi investimenti in Ricerca e Sviluppo, con l'obiettivo di trasferire know-how scientifico, tecnologico, funzionale e di processo applicato ai settori dell'e-health, dell'e-welfare e del benessere. Oggi ha più di 200 clienti, molti dei quali all’estero in Paesi come Israele, Austria, Giappone e Argentina.

Nel 2020, prima dell’inizio della pandemia Covid, ha aperto una call for solution indirizzata al sistema trentino della ricerca e dell'innovazione con l’obiettivo di aumentare il grado di automazione di Riedl Phasys. Nello specifico la necessità era quella di concentrarsi sulla fase di carico dei farmaci in ingresso, per renderlo sempre più automatizzato e in grado di gestire anche flaconi cilindrici. Alla chiamata hanno risposto FBK, UniTrento e Dolomiti Robotics, startup specializzata in robotica collaborativa e ora insediata in Progetto Manifattura a Rovereto, l’hub green di Trentino Sviluppo.  

I partner del progetto

 

«Grazie al lavoro fatto siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo industriale, che deve rispettare determinati target di prestazione e di costo. La R&D interna ad un’azienda è attenta alle necessità del mercato e del quotidiano, quella esterna invece può guardare di più al futuro senza subire il pressing delle contingenze. L’equilibrio fra queste due spinte è la condizione ideale per creare un’innovazione che funzioni veramente».

Massimiliano Rossi, Direttore dell’Asa Automation del Gruppo GPI

«Una delle sfide più importanti in questo progetto era fornire un prodotto con alte performance, ma soprattutto affidabile. Per questo abbiamo utilizzato l’Intelligenza artificiale per la fase di controllo del processo: una scelta innovativa che ci ha permesso di compiere un grande salto in avanti. Per una startup come Dolomiti Robotics è stato un impegno complesso ed entusiasmante».

Fabiano Zenatti, Amministratore di Dolomiti Robotics

«Accompagnare le imprese nelle sfide tecnologiche, aiutarle attraverso la ricerca a potenziare la propria competitività è una delle missioni del nostro Ateneo. E farlo tutti insieme, in rete, costituisce il valore aggiunto e la chiave dell’impatto di questa iniziativa. Sulla robotica e sull’automazione industriale l’Ateneo sta impegnando molte risorse. È una scommessa globale, che possiamo affrontare come sistema, mostrando come alcuni territori – e il Trentino è fra questi – siano particolarmente dinamici e competitivi».

Francesca Demichelis, Prorettrice alla Ricerca dell’Università di Trento

«I recenti avvenimenti, anche alla luce della globalizzazione dei mercati, ci stanno rendendo sempre più consapevoli di quanto sia necessario fare affidamento sulle tecnologie digitali. L’Unità di Tecnologie per la Visione della Fondazione Kessler ha saputo fornire con il proprio contributo al progetto le competenze necessarie alla realizzazione di un prodotto di grande qualità, con un vantaggio chiaro sulla concorrenza».

Alessandro Cimatti, Direttore del Centro Digital Industry della Fondazione Bruno Kessler

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